Durante il mio soggiorno a Parigi, sono stata ospite del Kube Hotel Paris, un design hotel **** tra Montmartre e Gare du Nord.
Il quartiere in cui si trova l’albergo è molto caratteristico e multietnico, una botta di vita nel caos della città.
A soli 5 minuti a piedi c’è la fermata La Chapelle della linea 2 del métro, collegata con tutti i punti strategici di Parigi.

La hall è subito riconoscibile, un cubo trasparente al centro del giardino della struttura nel quale ad accoglierci c’è il concierge.
Il Kube Hotel Paris si ispira all’energia e all’armonia del design scandinavo. Le pareti sono in plexiglass, alcuni dei letti sono sospesi e retroilluminati, con luce diffusa da LED blu. Numerate secondo il sistema utilizzato nelle collezioni prêt-à-porter, le 40 camere e suite si affacciano tutte sullo splendido cortile interno.

During my stay in Paris, I’ve been a guest of the Kube Hotel Paris, a design hotel **** between Montmartre and Gare du Nord.
The neighborhood in which the hotel is located is very characteristic and multi-ethnic, a burst of life in the chaos of the city.
Just 5 minutes walk away the metro station La Chapelle (line 2), connected to all the strategic points of Paris.

The hall is immediately recognizable, a transparent cube in the center of the garden of the building in which there was the concierge to welcome us.
The Kube Hotel Paris is inspired by the energy and harmony of Scandinavian design. The walls are in plexiglass, some of the beds are suspended and backlit, with diffused light from blue LEDs. Numbered according to the system used in the prêt-à-porter collections, the 40 rooms and suites all overlook the splendid internal courtyard.

Superata la hall, ci si imbatte in un ambiente dal gusto rétro; sembra di tornare indietro nel tempo all’epoca del proibizionismo. Un lungo bancone da bar invade gran parte del salone, il resto è occupato da tavoli in cui si svolge la cena e la prima colazione; un tavolo da biliardo in un angolo.

After passing through the hall, we came across a retro-style ambience; it seems to go back in time to the era of prohibition. A long bar counter invades most of the lounge, the rest is occupied by tables where have dinner and breakfast; a pool table in the corner.

Dopo aver effettuato il check-in, siamo stati accompagnati nella nostra stanza al quinto piano, M superior.
Quello che mi ha colpito al primo impatto è stata l’abbondante luce che entrava dalle due ampie finestre illuminando prepotentemente tutta la stanza, nonostante fuori il tempo non fosse dei migliori.

Un mix di bianco e nero, oggetti di design, colori sgargianti e comfort lussuoso.

Accanto alla tv LED, a disposizione degli ospiti per tutta la durata del soggiorno, uno smartphone per navigare, fare foto alla stanza e pubblicarle online.
A farla da padrone, un letto matrimoniale king size, perfetto per riposarsi dopo una giornata in giro ad esplorare la città.
Ma la cosa più bella è il bagno open space con vasca, diviso dall’ingresso da una luminosa parete in vetrocemento.

After checking in, we have been taken to our room on the fifth floor, M superior.
What struck me at the first impact was the abundant light that came from the two large windows, strongly illuminating the whole room, although outside the weather was not the best.
A mix of black and white, design objects, bright colors and luxurious comfort.

Next to the LED TV, available to guests for the duration of the stay, a smartphone for browsing, taking pictures of the room and publishing them online.
A king-size bed, perfect for relaxing after a day spent exploring the city.
But the best thing is the open space bathroom with a bathtub, divided by a bright glass wall from the entrance.

Sensibile alla creazione artistica, il Kube Hotel Paris offre ai suoi ospiti il privilegio del contatto diretto con l’arte contemporanea, invitandoli a scoprire nelle camere il lavoro di due talentuosi fotografi francesi: Janol Apin e Nathalie Roux.

Come ospite dell’hotel, ho avuto il piacere di passare la mia prima sera a Parigi in un modo un po’ diverso, all’interno dell’ Ice Kube Bar.
Di cosa si tratta? Dell’unico bar di ghiaccio di tutta la città.
In questo famoso locale francese c’è una prima camera a -10° per abituarsi al freddo prima di passare nel bar vero e proprio, la cui temperatura varia dai -10 ai -20 gradi. Essere lì dentro è come bere un cocktail in un congelatore!
Il bar è abbellito con sculture di ghiaccio raffiguranti orsi e altri animali, riproduzioni di igloo, un trono di spade di ghiaccio che ricorda tanto quello di Game of Thrones. L’unico problema è che non si può resistere nel bar per più di 30 minuti, fa davvero tanto freddo!

Sensitive to artistic creation, the Kube Hotel Paris offers its guests the privilege of direct contact with contemporary art, inviting them to discover in the rooms the work of two talented French photographers: Janol Apin and Nathalie Roux.

As a guest of the hotel, I had the pleasure of spending my first night in Paris in a slightly different way, inside the Ice Kube Bar.
What is it? The one and only ice bar in the whole city.
In this famous French location there is a first room at -10 degrees to get used to the cold before going into the actual bar, whose temperature varies from -10 to -20 degrees. Being in there is like drinking a cocktail in a freezer!
The bar is adorned with ice sculptures depicting bears and other animals, igloo reproductions, a throne of ice swords that reminds me of Game of Thrones. The only problem is that you can not resist in the bar for more than 30 minutes, it’s really cold!

Dopo un bel sonno ristoratore, prima di lasciare l’hotel per trasferirci in un’altra zona di Parigi, ci siamo diretti nel salone principale per fare colazione e caricarci di energie per affrontare al meglio la nuova giornata nella Ville Lumière.

After a good night’s sleep, before leaving the hotel to move to another part of Paris, we headed to the lounge bar to have breakfast and charge ourselves with energy in order to face better the new day in the Ville Lumière.

34 Comments

  1. I just updated my site with a new list. I’ve also come to a
    new conclusion about how many of these links exist out there.
    I’m not too sure if my conclusion is right or not.

    Read all about it in my latest blog post. See you there!

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